Intellettuali in fuga

Attivazione: 01/12/2022 | Categoria: Sito web | website: Intellettuali in fuga



Il sito web che qui si presenta individua nomi e volti di coloro che decisero di lasciare l’Italia, cerca di seguirne la mobilità e renderla visibile con timeline e mappe, ricostruisce le loro storie di vita in movimento, spezzate, sospese, segnate dall’esperienza dell’espatrio.

Indirizzare le indagini su questo fenomeno sfuggente e sui suoi protagonisti significa anche interrogarsi sugli ambienti di provenienza e di accoglienza, sulle reti di aiuto e di interesse, sulle strategie di valorizzazione o di spreco delle risorse intellettuali durante e dopo il fascismo. Serve a riconoscere le ingiustizie recate a chi è stato perseguitato per motivi politici e razziali e di cui si continua a fare una storia separata, ma anche a prendere consapevolezza dei danni arrecati a tutto il paese.

L’Italia è generalmente considerata terra di migranti poveri e senza istruzione. Ma durante il ventennio, specie dopo l’emanazione delle leggi antisemite, anche accademici e scienziati, studenti e studiosi, scrittori, professionisti e artisti, donne e uomini espatriarono da soli o con le loro famiglie. In cerca di futuro, libertà e lavoro, e talvolta per continuare a combattere il fascismo, emigrarono nelle Americhe, in Inghilterra, in Palestina (’Eretz-Yisra’el), si rifugiarono in altri paesi europei finché sembravano sicuri, ed infine in Svizzera sopratutto per salvarsi.

Si tratta di un fenomeno numericamente limitato ma importante di brain drain, che per l’Italia non è stato ancora indagato, se non con studi su singoli casi più famosi, e che è difficile ricostruire. La gravità delle perdite fu naturalmente negata dal regime che le definiva irrilevanti; i vuoti furono rimpiazzati più rapidamente che adeguatamente nelle università che, nell’agosto 1938, avevano censito docenti e studenti ebrei favorendone di fatto l’immediata espulsione. Su di loro calarono silenzi ed effettive cancellazioni; e nel dopoguerra prevalse un generalizzato bisogno, da parti opposte e per ragioni diverse, di voltare pagina dimenticando o mettendo tra parentesi quanto era accaduto.

Davanti alle atrocità delle deportazioni e dello sterminio appaiono ben poca cosa l’espulsione dal lavoro e dallo studio, il divieto di pubblicare, la radiazione dall’albo professionale, o la revoca del titolo che abilitava alla docenza. Eppure queste ingiustizie hanno inflitto gravi sofferenze a uomini e donne, a famiglie e bambini, hanno spaesato e cambiato le loro vite, e hanno comportato danni pesanti e duraturi alla cultura e al futuro di tutti. Lungi dal minimizzare le conseguenze della persecuzione razziale, questa ricerca ne vuole soprattutto documentare le molte perdite produttive e culturali, e le molte responsabilità anche dopo il fascismo di cui occorre sapere. Le storie dimenticate che emergono parlano anche di risorse e talenti, di impegno e determinazione, valorizzano i contributi di esponenti della cultura italiana all’estero.


Il progetto Intellettuali in fuga dall’Italia fascista è stato promosso dall’Università di Firenze in occasione dell’80° anniversario delle leggi razziali, ha ricevuto il finanziamento della Regione Toscana (Bando Memoria 2018), ed il patrocinio di istituzioni ed enti esteri, il cui supporto e le cui risorse hanno grandemente agevolato la ricerca: The New York Public Library e The Council for At-Risk Academics di Londra, da cui si è avuta la documentazione archivistica dell’ECADFS e rispettivamente della SPSL – le principali organizzazioni di aiuto per i displaced scholars europei –, i Central Archives for the History of Jewish People a Gerusalemme, l’Archivio centrale dello Stato a Roma, The J. Calandra Italian American Institute a New York, e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane. A questi si sono aggiunti i contributi della Banca d’Italia (bando 2021) e di altri enti culturali.

Data
01/12/2022
Categoria
Sito web
Produzione: https://intellettualinfuga.fupress.com/

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